Il pittore Renzo Tubaro in mostra al Museo Carnico
Al Museo Gortani di Tolmezzo si aprirà sabato 16 agosto alle ore 18 la mostra
Il pittore Renzo Tubaro a Caneva di Tolmezzo. La donazione dei disegni al Museo Carnico.
Saranno esposti una quarantina di disegni, studi e schizzi realizzati nel 1960 per la decorazione della chiesa parrocchiale di Caneva, scelti dal centinaio di opere generosamente donate al Museo Gortani da parte della famiglia Tubaro, che ha depositato in Museo tutto il materiale che riguarda la decorazione ad affresco della chiesa di San Nicolò di Caneva.
Grazie alla mediazione di Renato Muner (Tolmezzo, 1908-Udine, 1994), figlio del pittore paesaggista Giuseppe, Renzo Tubaro fu messo in contatto con la comunità di Caneva. Qui nella chiesa di San Nicolò, Renzo Tubaro decorò la grande cupola con una girandola di Angeli musicanti e osannanti, mentre nei pennacchi dipinse i quattro Evangelisti con relativi simboli e nella lunetta absidale una Pietà impostata su colori freddi. L’opera commissionata dal sacerdote Guerrino Di Fant iniziò nel luglio e fu terminata nel novembre 1960.
Renzo Tubaro (Codroipo, 1925-Udine, 2002) oltre che alla pittura da cavalletto si dedicò dal 1949 al 1966 alla pittura ad affresco per lo più di spazi sacri, eseguita secondo l’antica tecnica rinascimentale, come testimoniano alcuni schizzi in cui compare la divisione in giornate del lavoro.
La quarantina di disegni esposti mostrano tutto il percorso progettuale seguito da Renzo Tubaro: dai primi schizzi a matita, ai bozzetti a tempera, agli studi delle teste a sanguigna e con pastelli colorati, ai cartoni. Per l’artista il disegno aveva un ruolo importantissimo e rappresentava come lui stesso scrisse «l’ordito, la trama sulla cui stesura ogni opera d’Arte Figurativa si intesse…tutto in un dipinto, deve il suo tributo al disegno: dalla composizione, al senso dello spazio ed alla solidità dei volumi…non esiste infatti tecnica più rapida e spontaneamente felice per impadronirsi dell’idea che balena nella mente dell’artista, che nel segno vede registrate le sue esaltazioni a guisa di un ago sismico».
Mostra e testo a cura di Gabriella Bucco