Ritratto di Jacopo Linussio, Nicola Grassi
L'effigiato è raffigurato di 3/4 con un disinvolto movimento della mano quasi dialogante con chi guarda e rappresenta il celebre industriale carnico Jacopo Linussio nato nel 1691 a Villa di Mezzo di Paularo. Al suo mecenatismo si possono far risalire altri episodi artistici di Nicola Grassi in Carnia ed in particolare al ciclo dei Santi collocati nel Duomo di Tolmezzo, a Moggio, Ampezzo, ecc.
Nel 1739, dopo la parentesi imprenditoriale a Moggio aveva prontamente iniziato il grande complesso di Tolmezzo che rappresenta un significativo esempio di architettura protoindustriale in Italia. Appoggiato dal Dominio Veneto nel suo programma operativo votato alla produzione tessile fu uno degli elementi trainanti per l'economia del territorio nel XVIII sec. e per una vera trasformazione dello stesso in quei decenni.
La quasi serenità bonaria del Linussio è pienamente trasposta dall'artista, un Linussio vincente e quasi trionfante sulle difficoltà che la stessa terra di Tolmezzo gli aveva procurato e gli procurava. Le sue certezze stavano tuttavia nell'appoggio che gli garantiva Venezia e le stesse importanti figure che governavano i Cinque Savi alla Mercanzia.
L'opera è considerata un capolavoro della ritrattistica veneta del XVIII sec. e può ascriversi alla maturità dell'artista; il Linussio infatti morirà nel 1747 e un anno dopo (1748) morirà Nicola Grassi. È presumibile dunque che entro gli anni 40 sia stato eseguito il ritratto dove la figura nell'armoniosa colorazione è animata dal grande jabot bianco, come dal biancore dei polsini privi di merletti, quasi a voler testimoniare quel "mondo novo" dato dalle nuove figure di imprenditori che avrebbero potuto costituire un "capitalismo civile" ossia consono alla qualità del prodotto-merce ed alla salvaguardia del buon nome delle manifatture venete.
Un programma che era in fondo quello che propugnava Andrea Tron uno dei personaggi politici più importanti del Settecento Veneziano e grande estimatore del Linussio. Quest'ultimo infatti pareva rappresentare quell'equilibrio di lealtà e reciprocità tra governanti e sudditi, che era la vera forza della civiltà della Repubblica.
Nel ritratto d'altronde il Linussio tiene sul tavolo, sotto il braccio sinistro, un oggetto chiuso da una sorta di sigillo che si rappresenta verso lo spettatore e forse testimonia proprio la terminazione con cui la Repubblica di Venezia garantiva il previlegio alla sua fabbrica il 9 aprile del 1725.