Fuoco, capofuoco, guardiano del fuoco, lum da pin, fûc di Sant’Antoni
È interessante soffermarsi su alcuni termini legati alla parola fuoco che riportano alla storia e al quotidiano delle nostre comunità di montagna.
Fin dall’alto medioevo ampie donazioni furono fatte alle piccole comunità da parte del Patriarca di Aquileia, signore di queste terre. Esse riguardavano pascoli, boschi, prati e campi di utilizzo collettivo, il cui uso presupponeva una cura costante dell’ambiente da parte delle comunità beneficiarie, quali ad esempio il controllo dello scorrimento delle acque superficiali, la ripulitura dei terreni adibiti a pascolo, il dissodamento.
In queste comunità ogni famiglia costituiva un fuoco la cui responsabilità era attribuita al capofamiglia, o capofuoco.
L’utilizzo dei beni comuni, con i diritti e i doveri connessi, era regolamentato dalla vicinia (assemblea dei capifuoco) che si riuniva a scadenze fisse o in caso di necessità.
Col passaggio della Carnia dal Patriarcato alla Repubblica di Venezia nel 1420 e fino al 1797, anno che decretò la caduta della Serenissima, l’assetto giuridico-amministrativo del territorio e questa modalità di gestione del patrimonio naturale rimasero pressoché invariati.
Gli statuti delle vicini e contenevano regole importanti per la vita della comunità, dall’utilizzo dei beni comuni alla salvaguardia del villaggio.
Tra queste regole non mancano mai norme severe per il controllo del fuoco che comprendono la pulizia dei camini, il divieto di utilizzare i forni di notte, la disposizione che il trasporto del fuoco avvenisse nell’apposita lucerna protetta da vetri (vedi foto) e non già utilizzando l’infiammabile lum da pin.
Nonostante la severa normativa i paesi rimasero a lungo soggetti a devastanti incendi, favoriti dalla conformazione stessa dei paesi, con le case addossate le une alle altre, costruite con molto legno e il tetto in scandole o paglia.
A nulla poteva nemmeno San Antonio Abate, santo molto venerato in Carnia, patrono del focolare e degli animali domestici ma anche invocato per la guarigione dall’Herpes Zoster, ovvero il fuoco di San Antonio.