Attrezzi e tecniche di lavorazione del falegname
Sul banco di lavoro del falegname, dotato delle morse per fissare i pezzi da lavorare, poggiano i più vari strumenti. Renzo Francescatto descrive le procedure e i principali attrezzi utilizzati per trasformare le tavole di legno grezze in un mobile.
Il primo passo è la scelta in segheria delle tavole (breòns) opportunamente stagionate e nel tipo di legno più adatto.
Esse vengono poi segate in bottega, in base alle misure delle parti del mobile.
I pezzi così ottenuti sono sottoposti alla sgrossatura con un’apposita pialla, lo sgrossino; il classico piallone (soremàn), caratterizzato dalla sua lunghezza e l’impugnatura posteriore foto permette poi di rendere piana la superficie.
Sulle assi, piallate e dimensionate, vengono quindi eseguiti gli opportuni incastri che consentono di assemblare il mobile.
Iniziano ora i lavori di finitura con cornici, intagli, intarsi; il mobile così finito “in bianco” è poi trattato con tinte, vernici e cera. Le tinte erano di origine naturale (terre, ossidi ecc.); per la verniciatura veniva utilizzata la gommalacca e per la lucidatura la cera d’ape.
Le cornici si ottengono mediante l’uso di apposite pialle munite di un tagliente sagomato che permette di ottenere superfici convesse o concave.
La sgorbia è uno scalpello col taglio curvo; essa consente sia il lavoro di intaglio che il lavoro di intarsio. Mentre l’intaglio è tridimensionale l’intarsio è una decorazione piana ottenuta scavando il legno e inserendovi tasselli che compongono la decorazione desiderata.
Nella bottega del falegname non possono mancare squadre, martelli, succhielli (sùbule) e altri attrezzi che il falegname spesso creava o modificava da sé, in base al lavoro da eseguire, ma anche seguendo la propria creatività.